Dare i nomi alle cose

Nella gamma infinita di variabili che devono combinarsi perché due persone possano incontrarsi per la prima volta, la maggior parte, noi cosiddetti “normali”, riusciremmo a stento anche solo a immaginarle. Per fortuna, però, esistono gli scrittori. Cioè quella particolare categoria di esseri umani equipaggiata di dosi massicce di sensibilità, e di strumenti adeguati e tali, da consentirgli non soltanto di vedere cose dove prima non c’era niente, ma di dargli, a quelle cose, pure un nome. Un nome peraltro così esatto, da diventare poi quello per tutti. Come tanti esploratori della parola in spedizione perenne, questi, gli scrittori, al posto delle cime e dei passi, danno i nomi ai sentimenti.

Uno in particolare merita secondo me stavolta risonanza tra tutti coloro che nella storia si sono spesi per distinguere il bello dal turpe nell’immenso repertorio delle vicende umane. Un tale, che risponde al nome di Guy de Maupassant.

Alla voce professione, Wikipedia ci ricorda che quest’uomo, tra le altre cose, è stato pure “reporter di viaggio”. E dev’essere proprio durante uno di questi suoi reportage che l’innesco gli s’è messo in azione, provocando una deflagrazione, alla quale dobbiamo Idillio. Solo uno dei tantissimi racconti che fanno di Guy de Maupassant uno degli “esploratori” più in gamba della sua generazione.

E se non sapete di che parlo, e di prendere in mano un de Maupassant neanche a parlarne, allora è il caso che vi mettiate comodi, diate un’occhiata al cortometraggio qui sotto, spendiate i vostri bei cinque minuti, e proviate almeno a capire perché, se oggi sappiamo che l’erotismo ha questo nome qui, lo dobbiamo a gente come lui.